enrico zingaretti                                                     

sito aggiornato marzo 2007

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Testo del critico d'arte Francesco Giulio Farachi

Natura antica e vitale

Il colore si stende su colore, s’infiltra e dilaga, pervade. La pittura di Enrico Zingaretti è un poetico alterarsi d’inconsistenze in sussistenze. Pochi toni seguono il cadere della luce sulla tela, piano si condensano in misure dai volumi materici, si concentrano in evocazioni di paesaggi, stati d’animo, incontri e ricordi. Impressioni essenziali, immagini di vibrazioni, eppure intenzionate al proprio dosarsi e posarsi. Sono rappresentazioni intime e vere di una natura antica e vitale, che pulsa nel sottofondo di ogni coscienza, che colora e traccia ogni percezione e sentimento, che è origine e scopo, impulso di generazione e alterità, rifugio ed eroismo di ogni esistenza.

FRANCESCO GIULIO FARACHI


 

Testo del critico d'arte Valeria S. Lombardi

(Mostra Personale, Duncan 3, Roma 2007)

L'estensione di un'artista è nel sapersi dare ciò che realmente possiede dentro di sè. Questo è quello che in sintesi si potrebbe dire anche nel magnificente caso di Enrico Zingaretti.

La sua arte di gusto raffinato terso in cromie e luce che poi si concretizzano in realizzazioni ed esiti che toccano nella direzione dell'Informale. Tutto questo si ritroverà nella sua mostra personale dal titolo "Nella tela e nel corpo" presso la Galleria Duncan Trepuntozero dal 16 marzo - 2 aprile (Via Anassimandro,15) Roma. Se l'arte di Enrico Zingaretti è costituita da vari passaggi, forse metologie e strumenti affrontati per trovare la sua via nel sapersi anche indirettamente descrivere,presentare. Ciò che colpisce è poi però la direzione intrapresa: carica nel suo svolgere.

Nella pittura di Enrico Zingaretti sembra proprio trovare quello che non si aspetterebbe, un di più che si apprezza solo se si ha voglia di soffermarci quel tantino di più sulla sua pittura. Ci aveva già regalato opere cardine che emano come residui di un' incauto fascino magnetico come è bene rammentare ad esempio "Terra" od ancora "Paesaggio di Toscana"dove l'Informale si plasmava come una musa e giungeva a cardini di rara bellezza. Ritrovano in esse così quasi atmosfere di altre epoche, dove però qui il risultato è dato dal momento, dal tocco, da passaggi quasi come dei tasti di un pianoforte. In questa odierna mostra si ritrova l'artista nelle sue alte manifestazioni, dove la sua pittura sembra però anche volgere verso una nuova stagione, pensiero dove l'Informale diviene forse più comunicativo volgendo quasi ad un sinonimo di Pop Art si guardi difatti il dipinto "C". Un' arte che va seguita per vedere ancora dove l'artista si saprà spingere oltre ai risultati già raggiunti.

VALERIA S. LOMBARDI


Il primo aggettivo che viene in mente pensando al lavoro di Enrico Zingaretti è “impalpabile”. L’uso del colore in quest’artista è strettamente collegato alle trasformazioni che vi opera la luce.

I quadri di Zingaretti sono fondati sulla luce, si potrebbe perfino dire che nelle sue opere il colore è utilizzato per far emergere la luminosità, a volte espressa in esplosioni di bianchi, a volte caratterizzata da lievi sfumature di tono su tono, ma sempre e comunque protagonista dell’opera.

Il lavoro di Zingaretti è senza ombra di dubbio quello del pittore, le sue radici affondano nelle esperienze dell’arte moderna del ‘900, si congiungono con le strade percorse dall’arte informale per sfociare, nelle ultime opere, verso la ricerca dell’essenzialità del segno che taglia la tela con un solo gesto pittorico drammatizzando d’un sol colpo l’atmosfera delicatissima delle tonalità quasi monocrome del quadro.

MARINA ZATTA


 

L'opera di Enrico Zingaretti, porta alla meditazione interiore. Le sue figure soffuse e nascoste da un velo irreale fanno di questo artista un pittore del colore. La recente tela intitolata "Linea di Combustione" rappresenta un passo ulteriore per l'artista. In quest'opera si percepisce una nuova poetica, anche se legata ad una personale intuizione artistica che mai tradisce la personalità dell'autore, infatti in questa opera si intravede la volontà di percorrere nuove strade senza mai adagiarsi ma anzi, guardando nell'anima per trovare nuove risposte.

Zingaretti con questa nuova opera ci vuol dire che nulla è scontato per l'artista, egli ha l'obbligo irrinunciabile di mettersi continuamente in gioco sfidando se stesso. Le tele di Zingaretti sono un esempio emblematico di come un artista possa ottenere dal colore una forza emotiva intensa senza far rumore e senza virtuosismi fini a se stessi. Con semplicità egli riesce nel suo intento artistico: quello di far meditare sul mondo delle cose. Zingaretti è un artista al servizio dell'arte. Il fragore cromatico abbaglia ma non costruisce nulla, se non mediato dalla sensibilità.

L'autore utilizza principalmente un cromatismo "semplice"tra il giallo ed il verde. Egli si esprime con questi colori senza cercarne altri ed è qui l'interesse della critica: il perseguire costantemente la propria ricerca senza lasciarsi fuorviare dalla moda o da altro. Insomma Zingaretti è un artista costante nel suo lavoro che porta avanti con serietà in una ricerca quotidiana delle espressioni nascoste ed imperscrutabili delle cose; le sue nature morte paradossalmente "vivono" di una luce che media la realtà, una luce che avvolge, nasconde, evidenzia l'oggetto, il quale viene mostrato come simbolo di una realtà di una realtà occulta che solo l'occhio dell'artista può far emergere, e Zingaretti ci riesce molto bene.

ANDREA PIDOTO, Dir. art. Suburb's C.A. http://anpid8.tripod.com/icone


 

Testo del critico d'arte Livio Garbuglia

Vitale clima cromatico

La pittura di Enrico Zingaretti non manca di momenti penetranti (Maternità, olio su tela), peraltro, nell’estensione del movimento fisico e mimico delle figure. Il paesaggio naturalistico è fermo e composto nella luce diffusa, nel delicatissimo chiaroscuro dimostra una intelligenza assai attenta delle sismiche ondulazioni della forma. La pittura di Zingaretti si avverte negli scarti e nelle contrapposizioni lievi o accentuate della distribuzione del colore, nei contrasti vivi delle zone adombrate e illuminate, nel guizzo agitato delle luci e delle forme che si assimilano a luci (come avviene nelle opere pittoriche dove le barche a vela guadagnano il mare aperto), con la comprensione del clima atmosferico, la fantasia coloristica sussultante.

La qualità educata del colore, la sciolta elasticità della forma-luce, la circolazione oscillata del dialogo mimico delle fisicità create dalla massa-colore, la varietà mutevole della colorazione spesso in una luce diurna e solare, mostrano la sensibilità all’arte dell’artista romano.

La composizione generale è di una estrema semplicità sintetica, senza abbandonare le masse-colore e quindi la dialettica luminosa, il pittore Enrico Zingaretti è attratto dalla libertà pittorica, dai suoi impasti diretti, dalla vibrazione manovrata del pennelleggiare, dal fascino di una densità d’atmosfera calda, insinuata, sfumata di passaggi e di riflessi, che può ammettere, l’astrazione in arte per ottenere una circolazione più intimamente ravvicinata di ogni parte della composizione pittorica, con un rinvio di effetti palpitanti di alternative luminose che dà un movimento vitale di clima cromatico e un’audace espressività. Si instaura tra l’artista e l’opera d’arte un rapporto di continuità intima, una reciprocità di passaggio, in una congiunzione che esalta il momento puramente vitale e sensibile.

LIVIO GARBUGLIA